"In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello
e li condusse in disparte, su un alto monte.
E fu trasfigurato davanti a
loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide
come la luce."
(Mt 17, 1-2)
O Dio, che
chiamasti alla fede i nostri padri …
Abramo,
nostro padre della fede, è chiamato a lasciare la sua patria, intesa come la
casa del padre e con essa le sicurezze e la stabilità per credere alla promessa
fatta a lui da Dio, quella di una discendenza. Questa promessa, questa alleanza
però per realizzarsi ha bisogno di essere provata, viene provata la fede di Abramo
ma l’alleanza viene pienamente realizzata nel mistero della Passione, morte e
resurrezione di Gesù.
…e hai dato a
noi la grazia di camminare alla luce del Vangelo, aprici all'ascolto del tuo
Figlio,
Solo
mediante l’ascolto del Vangelo possiamo camminare nella luce, cioè nella Verità
che si realizza nella Carità. “Questi è il Figlio mio, l’Amato: ASCOLTATELO”. Solo mediante l’obbedienza al Padre, che si
manifesta durante la trasfigurazione sul Monte possiamo essere in relazione con
Lui, mediante il Figlio: Gesù è la manifestazione dell’Essere di Dio. E l’Essere
di Dio si manifesta nella Vita, nella Famiglia, relazione d’Amore aperta alla
vita come immagine dell’amore trinitario.
…perché
accettando nella nostra vita il mistero della croce, possiamo entrare nella
gloria del tuo regno.
La
richiesta fatta : “aprici all’ascolto” è ciò che ci permette di accettare nella
nostra vita la croce, la sofferenza, che è possibile vivere soltanto con l’Amore
di Dio che non è manipolabile. La presenza di Dio è una presenza discreta, che
rispetta i nostri tempi, le nostre aspettative, i nostri sogni, i nostri
desideri, ci lascia vivere ciò che sentiamo, ciò che ci piace, finché
riconosciamo che la luce ci illumina dall’esterno, come il sole. Siamo allora
chiamati a lasciarci illuminare da lui, a fare l’esperienza della
contemplazione del suo volto trasfigurato, illuminato per riportare questa luce
agli altri. Come Mosè che dopo aver fatto l’esperienza dell’incontro di Dio nel
roveto aveva il volto luminoso.
Dobbiamo
coltivare quindi questa intimità con Dio, come colui che ci illumina e che fa
riflettere ciò che siamo, disporci di fronte a Gesù eucarestia con il desiderio
di testimoniare il suo Amore agli altri nel servizio nascosto ai fratelli “non
sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra”.
Accettare
il mistero della croce nella nostra vita vuol dire essere disposto a morire al mio
io riconoscendo i miei limiti senza giustificarmi e per fare questo ho bisogno
della comunità, della Chiesa, perché gli altri mi aiutano a cambiare me stesso
e ho bisogno dell’accompagnamento dei pastori, dei sacerdoti, coloro che
segretamente affidano ogni pecora al Padre.
Il
deserto di domenica scorsa, l’ascolto, ci apre alla contemplazione del volto
luminoso di Gesù trasfigurato sul monte per riportare agli altri questa luce. Possiamo
allora far nostra la preghiera della colletta:
O Dio, che
chiamasti alla fede i nostri padri
e hai dato a
noi la grazia di camminare alla luce del Vangelo,
aprici
all'ascolto del tuo Figlio,
perché
accettando nella nostra vita il mistero della croce,
possiamo
entrare nella gloria del tuo regno.
amen
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