Pereto - Rocca di Botte

giovedì 29 settembre 2016

XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Il Vitello d’oro!


Può essere visto come un fallito tentativo di coniugare il culto a Dio e al denaro.
Mosè va in escandescenza.


Gesù ci ricorda: Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire a Dio e a mammona. Lc 16,13 Mt 6,24


Una lezione sulla conoscenza …
Noi entriamo in relazione con le nostre categorie mentali in base alle quali inquadriamo l’interlocutore e ciò che dice.


Gli Scribi e i Farisei avvicinano il prossimo con le categorie del bene e del male e di conseguenza accolgono oppure mettono le distanze. ( Ciò che accade ancora oggi: vai con i migliori di te … Io con quello non mi ci sporco …).

Gesù avvicina il prossimo con le categorie peccato-perdono, peccatore-misericordia.


Con questa predisposizione interiore Gesù accoglie con sguardo misericordioso, invita alla conversione, instaura rapporti di comunione.


Giammai confonde il peccato con il peccatore; giammai giustifica il peccato, ma sempre il peccatore mediante un gesto di misericordia e di perdono.


Il perdono, la misericordia cadrebbero nel vuoto senza la volontà di cambiare.


Si cambia partendo da un <<Sì, lo voglio>> e prosegue con gesti attuativi di segno contrario a quelli posti in essere prima del <<Sì, lo voglio>>.


Qualche segno.


La prima cosa da fare è frequentare nuovi ambienti, avvicinare persone che favoriscono la volontà di cambiamento.


Da soli non si cambia!
… e sull’indulgenza


L’indulgenza giubilare è proprio questo nuovo e caldo ambiente che accoglie la persona che desidera dare una svolta alla sua vita, ma è segnata da ferite che rallentano il cammino sulla nuova strada.


L’indulgenza è quell’aura che emana da una Comunità calda e motivata nella fede da entusiasmare la persona che ancora conserva i postumi di una vita distratta.


Un bicchiere d’acqua fredda versata in un caldaio d’acqua bollente va subito in ebollizione.


Una comunità fervorosa contagia la persona tiepida come, al contrario, un corpo corruttibile appesantisce l’anima ( Sapienza 9,15 ).



Una Comunità parrocchiale accogliente è già di per sé un’indulgenza perché è in grado di prendersi cura di ogni convalescente nel corpo ( affamato, assetato, indigente, senza tetto, malato nel corpo, impigliato in ogni rete ecc …) e piagato nello spirito ( disorientati mentali, ignari del sapere, riottosi ai richiami, anime in pena, incapaci di chiedere scusa e di accogliere il perdono … ).


L’Anno Santo risvegli in ciascun battezzato l’impegno a creare una Comunità ove ogni seguace del Cristo possa trovare l’indulgenza personalizzata.

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