domenica 11 giugno 2017
giovedì 8 giugno 2017
Pentecoste - 4 Giugno 2017
22:16
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“[1]Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti
insieme nello stesso luogo. [2]Venne
all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e
riempì tutta la casa dove si trovavano. [3]Apparvero
loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; [4]ed essi furono tutti pieni
di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava
loro il potere d'esprimersi.” (At, 2 1-4)
Questa
è la potenza dello Spirito Santo: ci dà il potere di esprimerci, di esprimere
nella nostra vita che “Gesù è il Signore”(1
Cor 12,3).
Gesù
è il Signore della mia vita quando non
mi lascio più distogliere dalle distrazioni , dagli idoli, ma accolgo l’annuncio
gridato, il Kerygma.
Allora
saremo liberi di esprimerci nella comunità per il bene di tutti!
Dice
infatti San Paolo ai Corinzi:
“A ciascuno è data una
manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità comune”. (1 Cor 12,7)
Ma
lo Spirito Santo agisce se noi ci incontriamo, se raggiungiamo l’unità nel
corpo mistico, l’unità nella Chiesa mediante il dialogo.
L’unità
si raggiunge mediante l’Amore, lo Spirito Santo, mediante la comunione di
diversi carismi, diversi ministeri e diverse attività:
“uno solo è Dio, che
opera tutto in tutti”. (1 Cor 12, 6)
E
se siamo immersi nell’ Amore di Cristo saremo credibili attraverso il vissuto.
I frutti della chiesa
infiammata dall’Amore di Dio sono quindi l’unità e la missione. E il bene
comune sarà la manifestazione della Trinità tra di noi.
Ascensione - 28 Maggio 2017
22:16
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Uomini di Galilea potremmo
essere noi, ai quali viene rivolta la stessa domanda rivolta agli apostoli
durante l’Ascensione al cielo di Gesù:
“Perché fissate nel cielo
lo sguardo?”
Quanti invece si rivolgono al cielo, nelle
difficoltà della vita, chiedendo “perché tutto questo?”.
“Siamo smarriti, non ci
capiamo più niente”.
Finché siamo centrati sul
nostro io non conosciamo l’Amore di Dio e degli altri.
La vera crescita è frutto
della sofferenza, una sofferenza legata alla crocifissione del nostro io, certi
di essere stati già redenti.
Siamo chiamati a guardare
il cielo e dire
“Ma io sono già stato redento!
Cosa mi manca per essere
gioioso?”
Il Vangelo illumina l’essere
e ci riempie di gioia!
L’unica risposta alla
sofferenza del mondo è la conoscenza dell’amore di Dio.
Sesta Domenica di Pasqua - 21 Maggio 2017
22:16
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“In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre
e voi in me e io in voi.
Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva,
questi mi ama.
Chi mi ama sarà amato dal Padre mio
e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui”.
(Gv 14, 20-21)
Quale abito dobbiamo imparare a vestire?
L'abito che ci sta cucendo Maria e che va
bene per ciascuno di noi in modo esclusivo; divento figlio nel figlio se
agisco come lui vuole che agisco, facendogli illuminare le zone d'ombra
dominate dal giudizio.
Per fare questo dobbiamo vivere il comandamento che Gesù ci ha
lasciato:
amatevi gli uni gli altri.
Perché dobbiamo osservarlo? La vita è più
dolore che gioia : siamo stanchi, affaticati, oppressi dobbiamo imparare a
scegliere il riposo in Gesù.
Quinta Domenica di Pasqua - 14 Maggio 2017
22:15
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Gesù dice ai suoi discepoli nel discorso d'addio:
“Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e
abbiate fede anche in me (…) Io vado a prepararvi un posto”.
(Gv 14,1-2)
Chi ha
fede non ha paura.
Chi ha
paura è sempre malato e guidato dall'istinto di sopravvivenza.
Gesù
ci dona la qualità della vita, cioè il conoscersi.
Lui ci
ha preparato un "posto", cioè la relazione con colui che ci ha creati
mediante l'Eucaristia: Pane di vita eterna.
La
comunità di Giovanni respira la relazione tra Gesù e lo Spirito del Padre e
quindi la rivelazione della vita immortale.
Solo
Gesù ci apre alle relazioni autentiche
perché ci apre alla relazione con il Padre.
Dice
Gesù a Filippo:
“Le parole che io vi dico, non le dico da me;
ma il Padre che è con me compie le sue opere”.
(Gv 14,10)
La
fede è quindi una dinamica relazionale,
un dialogo che porta ad un’incontro,
l’adesione ad un movimento relazionale
che si concretizza nell'incontro quotidiano con Gesù,
che è in noi e
che attraverso la grazia sacramentale
ci santifica nella relazione con noi stessi e con gli
altri.
Dio
non ci ama nella nostra perfezione
perché solo l'imperfezione può far agire lui.
Quarta Domenica di Pasqua - 7 Maggio 2017
22:15
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"Io sono
venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza".
(Gv 10, 10)
Il
Vangelo di oggi può essere sintetizzato con due verbi:
ascoltare
e seguire.
Essi
infatti descrivono l'atteggiamento di chi vuole seguire Gesù,
il Pastore delle Pecore.
L'ascolto
della sua Parola infatti alimenta la fede, e la fede ci conduce ad agire
seguendo l'insegnamento di Gesù vivendo quotidianamente fino a donare la vita
per gli altri secondo l'esempio che Gesù ci ha lasciato.
Scrive
san Pietro nella seconda lettura
"Carissimi, se facendo il bene
sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio.
A questo infatti siete stati chiamati,
poiché anche Cristo patì per voi,
lasciandovi un esempio,
perché ne seguiate le orme"
(1Pt 2, 20b-21).
In questo consiste la conversione che
annuncia Pietro nella prima lettura degli atti degli apostoli : di lasciarci
ricondurre nell'ovile del Pastore per seguire la sua voce, certi che ci conduce
a pascoli erbosi e ad acque tranquille.
“Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla;
su pascoli erbosi mi fa riposare
ad acque tranquille mi conduce.
Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino,
per amore del suo nome.
non manco di nulla;
su pascoli erbosi mi fa riposare
ad acque tranquille mi conduce.
Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino,
per amore del suo nome.
Se dovessi camminare in una valle oscura,
non temerei alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.
non temerei alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.
Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici;
cospargi di olio il mio capo.
Il mio calice trabocca.
Felicità e grazia mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
e abiterò nella casa del Signore
per lunghissimi anni”.
sotto gli occhi dei miei nemici;
cospargi di olio il mio capo.
Il mio calice trabocca.
Felicità e grazia mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
e abiterò nella casa del Signore
per lunghissimi anni”.
(Salmo 22)