Pereto - Rocca di Botte

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domenica 11 giugno 2017

Santissima Trinità - 11 Giugno 2017



Santissima Trinità!
Dopo la Pentecoste la chiesa ci invita a celebrare il mistero della redenzione:
siamo eterni, siamo abitati da Dio e Dio ci rivela gradualmente e in divenire ciò che siamo,
ossia amati da Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo.


Nel Vangelo Dice Gesù a Nicodemo: "Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui". (Gv 3,16-17)
In che cosa siamo salvati? Dal Peccato
S. Paolo citando Isaia dice che:"Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la Legge". (1 Cor 15, 56)


Dobbiamo quindi ripartire dalla risurrezione e non dalla legge e per fare questo dobbiamo seguire l'insegnamento del Vangelo per vivere la libertà dei figli di Dio che ci permette di non giudicare i nostri limiti ma di viverli nell'ottica della conoscenza di noi stessi e degli altri.

Dio di è fatto peccato e ha rimesso i nostri peccati, nella confessione sperimentiamo il nostro essere trinitari, il nostro essere abitati da Dio stesso mediante Gesù Cristo, attraverso il quale entro nella dimensione trinitaria vivendo un contesto evangelico nel quale ognuno ha il valore dell'unicità, ognuno può esprimere liberamente il proprio essere, esprimendosi nell'autenticità anche con i propri limiti, i quali mi rimettono in discussione nella relazione con me stesso e con gli altri e così facendo mi danno la possibilità di sperimentare l'Amore di Dio.

giovedì 8 giugno 2017

Pentecoste - 4 Giugno 2017

“[1]Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. [2]Venne all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. [3]Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; [4]ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d'esprimersi.” (At, 2 1-4)

Questa è la potenza dello Spirito Santo: ci dà il potere di esprimerci, di esprimere nella nostra vita che “Gesù è il Signore”(1 Cor 12,3).

Gesù  è il Signore della mia vita quando non mi lascio più distogliere dalle distrazioni , dagli idoli, ma accolgo l’annuncio gridato, il Kerygma.

Allora saremo liberi di esprimerci nella comunità per il bene di tutti!
Dice infatti San Paolo ai Corinzi:

“A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità comune”. (1 Cor 12,7)

Ma lo Spirito Santo agisce se noi ci incontriamo, se raggiungiamo l’unità nel corpo mistico, l’unità nella Chiesa mediante il dialogo.  
L’unità si raggiunge mediante l’Amore, lo Spirito Santo, mediante la comunione di diversi carismi, diversi ministeri e diverse attività:

“uno solo è Dio, che opera tutto in tutti”. (1 Cor 12, 6)

E se siamo immersi nell’ Amore di Cristo saremo credibili attraverso il vissuto.


I frutti della chiesa infiammata dall’Amore di Dio sono quindi l’unità e la missione. E il bene comune sarà la manifestazione della Trinità tra di noi.

Ascensione - 28 Maggio 2017

Uomini di Galilea potremmo essere noi, ai quali viene rivolta la stessa domanda rivolta agli apostoli durante l’Ascensione al cielo di Gesù:
“Perché fissate nel cielo lo sguardo?”
 Quanti invece si rivolgono al cielo, nelle difficoltà della vita, chiedendo “perché tutto questo?”.  
“Siamo smarriti, non ci capiamo più niente”.
Finché siamo centrati sul nostro io non conosciamo l’Amore di Dio e degli altri.
La vera crescita è frutto della sofferenza, una sofferenza legata alla crocifissione del nostro io, certi di essere stati già redenti.

Siamo chiamati a guardare il cielo e dire
 “Ma io sono già stato redento!
Cosa mi manca per essere gioioso?”
Il Vangelo illumina l’essere e ci riempie di gioia!
L’unica risposta alla sofferenza del mondo è la conoscenza dell’amore di Dio.


Sesta Domenica di Pasqua - 21 Maggio 2017

“In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre
e voi in me e io in voi. 
Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva,
questi mi ama.
Chi mi ama sarà amato dal Padre mio
e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui”.
(Gv 14, 20-21)


Quale abito dobbiamo imparare a vestire?
L'abito che ci sta cucendo Maria e che va bene per ciascuno di noi in modo esclusivo;  divento figlio nel figlio se agisco come lui vuole che agisco, facendogli illuminare le zone d'ombra dominate dal giudizio.

Per fare questo dobbiamo vivere il comandamento che Gesù ci ha lasciato:
amatevi gli uni gli altri.

Perché dobbiamo osservarlo? La vita è più dolore che gioia : siamo stanchi, affaticati, oppressi dobbiamo imparare a scegliere il riposo in Gesù.

Quinta Domenica di Pasqua - 14 Maggio 2017

Gesù dice ai suoi discepoli nel discorso d'addio:
“Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me (…) Io vado a prepararvi un posto”.
 (Gv 14,1-2)

Chi ha fede non ha paura.
Chi ha paura è sempre malato e guidato dall'istinto di sopravvivenza.
Gesù ci dona la qualità della vita, cioè il conoscersi.
Lui ci ha preparato un "posto", cioè la relazione con colui che ci ha creati mediante l'Eucaristia: Pane di vita eterna.
La comunità di Giovanni respira la relazione tra Gesù e lo Spirito del Padre e quindi la rivelazione della vita immortale.
Solo Gesù ci apre alle relazioni autentiche
perché ci apre alla relazione con il Padre.

Dice Gesù a Filippo: 
“Le parole che io vi dico, non le dico da me;
ma il Padre che è con me compie le sue opere”.
(Gv 14,10)

La fede è quindi una dinamica relazionale,
un dialogo che porta ad un’incontro,
l’adesione ad un movimento relazionale
che si concretizza nell'incontro quotidiano con Gesù,
 che è in noi e che attraverso la grazia sacramentale
ci santifica nella relazione con noi stessi e con gli altri.
Dio non ci ama nella nostra perfezione

perché solo l'imperfezione può far agire lui.

Quarta Domenica di Pasqua - 7 Maggio 2017

"Io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza".
(Gv 10, 10)

Il Vangelo di oggi può essere sintetizzato con due verbi:
ascoltare e seguire.
Essi infatti descrivono l'atteggiamento di chi vuole seguire Gesù,
il Pastore delle Pecore.

L'ascolto della sua Parola infatti alimenta la fede, e la fede ci conduce ad agire seguendo l'insegnamento di Gesù vivendo quotidianamente fino a donare la vita per gli altri secondo l'esempio che Gesù ci ha lasciato.

Scrive san Pietro nella seconda lettura
"Carissimi, se facendo il bene sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio. 
A questo infatti siete stati chiamati,
poiché anche Cristo patì per voi,
lasciandovi un esempio,
perché ne seguiate le orme"
(1Pt 2, 20b-21).

In questo consiste la conversione che annuncia Pietro nella prima lettura degli atti degli apostoli : di lasciarci ricondurre nell'ovile del Pastore per seguire la sua voce, certi che ci conduce a pascoli erbosi e ad acque tranquille.

“Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla;
su pascoli erbosi mi fa riposare
ad acque tranquille mi conduce.
Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino,
per amore del suo nome.
Se dovessi camminare in una valle oscura,
non temerei alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.
Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici;
cospargi di olio il mio capo.
Il mio calice trabocca.
Felicità e grazia mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
e abiterò nella casa del Signore
per lunghissimi anni”.

(Salmo 22)