Dopo la Pentecoste la chiesa ci invita a
celebrare il mistero della redenzione:
siamo eterni, siamo abitati da Dio e Dio
ci rivela gradualmente e in divenire ciò che siamo,
ossia amati da Dio Padre, Dio Figlio, Dio
Spirito Santo.
Nel Vangelo Dice Gesù a Nicodemo:
"Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito,
perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha
mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi
per mezzo di lui". (Gv 3,16-17)
In che cosa siamo salvati? Dal Peccato
S. Paolo citando Isaia dice che:"Il
pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la Legge".
(1 Cor 15, 56)
Dobbiamo quindi ripartire dalla
risurrezione e non dalla legge e per fare questo dobbiamo seguire
l'insegnamento del Vangelo per vivere la libertà dei figli di Dio che ci
permette di non giudicare i nostri limiti ma di viverli nell'ottica della
conoscenza di noi stessi e degli altri.
Dio di è fatto peccato e ha rimesso i
nostri peccati, nella confessione sperimentiamo il nostro essere trinitari, il
nostro essere abitati da Dio stesso mediante Gesù Cristo, attraverso il quale
entro nella dimensione trinitaria vivendo un contesto evangelico nel quale
ognuno ha il valore dell'unicità, ognuno può esprimere liberamente il proprio
essere, esprimendosi nell'autenticità anche con i propri limiti, i quali mi
rimettono in discussione nella relazione con me stesso e con gli altri e così
facendo mi danno la possibilità di sperimentare l'Amore di Dio.
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