Pereto - Rocca di Botte

giovedì 10 novembre 2016

XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

L’uomo che prega è sempre esistito e continuerà ad esserci nella storia di questo mondo.
La preghiera non scomparirà perché ci saranno sempre persone umili che apriranno mente e cuore alla trascendenza.
Nella nostra Comunità ogni giorno c’è << l’ora della preghiera >> ritmata dal suono della campana ogni quarto d’ora.
Questo quadruplice annuncio ha lo scopo di dare la possibilità di partecipare spiritualmente a tutti coloro che per qualunque motivo non abbiano avuto la possibilità di varcare la soglia della chiesa.
La campana  ha la funzione di mettere in sintonia di fede gli abitanti del villaggio quasi fosse un monastero.

Insegnaci a pregare

A pregare si impara come si apprende a dialogare.
Infatti non sempre c’è dialogo quando parliamo con una persona.
Molte sono le figure letterarie che qualificano una relazione verbale non ricadente nel concetto di dialogo.
La polemica, l’ironia, l’insulto, il pettegolezzo … per citarne alcune.
La parola è per l’incontro e per il confronto, giammai per lo scontro.
Il dialogo presuppone che si abbia un animo tranquillo e pacato; aperto all’apprendimento e a offrire una risonanza.
Questa predisposizione d’animo deriva dall’umiltà che mi fa collocare l’interlocutore minimo alla pari, se non superiore a me.
Ciò favorisce l’ascolto.

Il dialogo con Dio, con i santi e con i trapassati in genere si chiama preghiera.
Qui la predisposizione all’ascolto del messaggio annunciato dalla proclamazione della parola di Dio deve essere scontata, attesa la statura trascendente dell’interlocutore.

Possiamo prendere dalla Lectio Divina come articolare il dialogo-preghiera.

1. Innanzitutto metterci in religioso ascolto mentre si proclama la parola di Dio.
Il ruolo di lettore non si improvvisa!
Ascoltare per comprendere, per capire la bellezza e l’utilità del messaggio.

2. Dall’ascolto passiamo alla meditazione.  La meditazione ci aiuta a fare discernimento sulla situazione spirituale personale che viene sollecitata o lievitata dal messaggio veicolato dalla proclamazione della Parola ascoltata.

3. a) rispondere all’ascolto con parole di ringraziamento. Il ringraziamento comunitario è dato dalle acclamazioni a conclusione di ciascuna lettura: Rendiamo grazie a Dio e Lode a te, o Cristo.
Nulla vieta , anzi è doveroso che ciascuno faccia nel proprio intimo un ringraziamento personalizzato mettendo in risalto anche le motivazioni di tale ringranziamento.

b)  formulare parole di implorazione.
Si chiede forza allo Spirito santo per adeguare mente e cuore, pensieri e affetti agli ideali proposti dalla Parola e per avere la volontà che li faccia tradurre in stili di vita.


4. Da ultimo la contemplazione.  È come una strada da tracciare che passo dopo passo mi fa esplorare la bellezza dell’evoluzione del messaggio che giorno dopo giorno vado personalizzando.
Cammina alla mia presenza, si legge nella Bibbia.

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