In questa nostra riflessione
raccogliamo un po' liberamente tre “schegge” tratte dai vari
testi biblici della liturgia.
Iniziamo subito con la prima
lettura che offre un brano del cosiddetto “Secondo Isaia”
(43,16-21) (…) Egli canta il ritorno degli Ebrei dall'esilio di
Babilonia come un “secondo esodo”, cioè come la rievocazione del
grandioso passaggio del mare: ora è, invece, il deserto a essere
valicato (…) La frase che scegliamo è questa: <<Non
ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche!
Ecco, io faccio una cosa nuova, proprio ora germoglia>>. (…)
La conversione è proprio in questo taglio netto col passato e
nell'incamminarsi sulla nuova via. (...)
Dalla seconda lettura, lo
scritto di Paolo ai Filippesi (3,8-14), estraiamo questa
considerazione: <<Dimentico il passato e proteso verso il
futuro, corro verso la meta per arrivar al premio che Dio ci chiama a
ricevere lassù, in Cristo Gesù>>. L'immagine è la stessa del
testo isaiano: passato e futuro sono posti in antitesi e l'appello è
ad intraprendere una corsa per raggiungere il nuovo orizzonte che sta
di fronte a noi. (...)
Per il profeta si trattava della terra
dei padri da rioccupare abitare. Per Paolo è, invece, la patria
definitiva che ha per capitale la Gerusalemme celeste. Il cristiano,
infatti , non ha <<quaggiù una città stabile ma cerca quella
futura>> (Eb 13,14). Il suo sguardo è proteso verso l'incontro
perfetto col Cristo, verso la vita divina: <<la vostra fede e
la vostra speranza sono fisse in Dio>>.
Giungiamo, così, al testo evangelico,
un racconto celebre incastonato nel Vangelo di Giovanni
(8,1-11) ma certamente di origine diversa (…)
E', infatti, la celebrazione della
misericordia e del perdono nei confronti di una peccatrice. Noi
mettiamo l'accento sulla finale: <<Và, e d'ora in poi non
peccare più>>. Anche in questo abbiamo un contrasto tra
passato e futuro. La donna ha alle spalle una vicenda di adulterio,
il trauma della flagranza, il rischio appena evitato della morte per
lapidazione. Gesù le offre una mano per riuscire dal baratro e
protendersi verso il futuro della purezza, della vita nuova,
dell'amore fedele. E per la donna si apre davanti un nuovo percorso
sul quale s'avvia, accompagnata dalla salvezza che il Cristo le ha
offerto.
La conversione, il tema tipico
quaresimale, è per tutta la Bibbia un mutamento di rotta, uno stacco
dal passato tenebroso, una lacerazione con una storia precedente di
peccato. (…)
Certo, la paura del nuovo è sempre in
agguato, come si dice nella Bottega dell'orefice, il dramma
giovanile di K.Woytila, il futuro Giovanni Paolo II: <<Non c'è
speranza senza paura e paura senza speranza>>. Ma sulla strada
della conversione noi non saremo mai soli: <<Non temere perchè
io sono con te per proteggerti!>> (Ger 1, 8)
Riflessioni
tratte dal libro "SECONDO LE SCRITTURE" di Gianfranco Ravasi
- Piemme
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