IDEA LUCE: Un uomo
aveva due figli.
- Da qualche anno si va dando risalto al soggetto della parabola: un uomo padre di due figli.
Il racconto non viene più indicato con
il titolo “Parabola del figlio prodigo”,
ma con il titolo “Parabola del padre misericordioso”.
La sottolineatura va rimarcata
maggiormente in questo anno dedicato a Dio misericordioso.
- a) Dopo aver focalizzato il soggetto, la parabola ci presenta la relazione del figlio minore
con il padre. Come tutti i giovincelli
si vede realizzato ed essendo benestante desidera accorciare i tempi per
mettersi in proprio. Così si decide a chiedere la sua parte di eredità.
b) Con i beni del
padre, il figlio minore si mette in gioco, ma subito si ritrova sul lastrico.
<<Chi non raccoglie con me – dice Gesù – disperde>>.
È giusto che l’uomo debba trovare e
interpretare l’autonomia nella gestione di se stesso e delle cose di questo
mondo, ma senza tagliare i rapporti con la sua origine.
L’autonomia delle cose terrene, o
laicità che dir si voglia, va organizzata dall’uomo e se questi è credente non
può prescindere dalla sua fede nel dominare,
coltivare e custodire le realtà di questo mondo.
La parabola non si rivolge a coloro che
pensano di costruire il mondo senza Dio essendo indifferenti alla sua
esistenza.
La parabola, infatti, nel raccontare il
comportamento dei due figli, descrive la conflittualità interiore del credente
che vuole Dio, lo cerca e lo accetta nella sua vita, ma lo vede esigente
soprattutto sotto l’aspetto della misericordia.
Così il figlio minore è il credente che
si accetta e convive con le sue trasgressioni e il figlio maggiore è
l’osservante di facciata.
- Un pensiero dalla seconda lettura: la mediazione.
Dio ci ha riconciliati con sé mediante
Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione.
Se Paolo supplica la comunità di Corinto
con le parole: lasciatevi riconciliare
con Dio, vuol dire che il sacramento
della riconciliazione ieri come oggi non è facile da accettare.
Il Papa fin dall’inizio del suo
pontificato si è fatto vedere sia come penitente che come confessore per
invogliarci alla pratica di questo sacramento.
La riconciliazione avviene, dice il
brano della seconda lettura, per interposta persona. Non si fa cenno ad un
“filo diretto” tra me peccatore e Dio.
Ma, al contrario, balza chiaramente la
mediazione di Cristo, e per lui, la mediazione dell’apostolo.
Ieri, sabato, il gruppo che ha
partecipato al ritiro spirituale per intero ha accolto l’invito alla
riconciliazione mediante il sacramento.
Siamo nell’anno della misericordia e stiamo
vivendo la quaresima in preparazione alla Pasqua: valorizziamo questi giorni
per trovare un momento per riconciliarci con Dio.
Facciamo nostra la supplica che Paolo
rivolge ai Corinti.
In chiesa c’è un manifesto che riporta
giorni e orari della celebrazioni del sacramento della confessione nelle
parrocchie vicine.
Per la nostra Comunità c’è scritto che
tutti i giorni sono buoni per confessarsi, basta chiederlo. Al di là delle
celebrazioni di orario, la riconciliazione sta al primo posto tra gli impegni
del parroco.
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