Pereto - Rocca di Botte

martedì 15 marzo 2016

QUARTA DOMENICA DI QUARESIMA


IDEA LUCE: Un uomo aveva due figli.



  1. Da qualche anno si va dando risalto al soggetto della parabola: un uomo padre di due figli.

Il racconto non viene più indicato con il titolo “Parabola del figlio prodigo”, ma con il titolo “Parabola del padre misericordioso”.

La sottolineatura va rimarcata maggiormente in questo anno dedicato a Dio misericordioso.



  1. a) Dopo aver focalizzato il soggetto, la parabola ci presenta la relazione del figlio minore

con il padre. Come tutti i giovincelli si vede realizzato ed essendo benestante desidera accorciare i tempi per mettersi in proprio. Così si decide a chiedere la sua parte di eredità.

           

            b) Con i beni del padre, il figlio minore si mette in gioco, ma subito si ritrova sul lastrico.

<<Chi non raccoglie con me – dice Gesù – disperde>>.

È giusto che l’uomo debba trovare e interpretare l’autonomia nella gestione di se stesso e delle cose di questo mondo, ma senza tagliare i rapporti con la sua origine.

L’autonomia delle cose terrene, o laicità che dir si voglia, va organizzata dall’uomo e se questi è credente non può prescindere dalla sua fede nel dominare, coltivare e custodire le realtà di questo mondo.

La parabola non si rivolge a coloro che pensano di costruire il mondo senza Dio essendo indifferenti alla sua esistenza.

La parabola, infatti, nel raccontare il comportamento dei due figli, descrive la conflittualità interiore del credente che vuole Dio, lo cerca e lo accetta nella sua vita, ma lo vede esigente soprattutto sotto l’aspetto della misericordia.



Così il figlio minore è il credente che si accetta e convive con le sue trasgressioni e il figlio maggiore è l’osservante di facciata.



  1. Un pensiero dalla seconda lettura: la mediazione.


Dio ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione.

Se Paolo supplica la comunità di Corinto con le parole: lasciatevi riconciliare con Dio,  vuol dire che il sacramento della riconciliazione ieri come oggi non è facile da accettare.

Il Papa fin dall’inizio del suo pontificato si è fatto vedere sia come penitente che come confessore per invogliarci alla pratica di questo sacramento.

La riconciliazione avviene, dice il brano della seconda lettura, per interposta persona. Non si fa cenno ad un “filo diretto” tra me peccatore e Dio.

Ma, al contrario, balza chiaramente la mediazione di Cristo, e per lui, la mediazione dell’apostolo.



Ieri, sabato, il gruppo che ha partecipato al ritiro spirituale per intero ha accolto l’invito alla riconciliazione mediante il sacramento.



Siamo nell’anno della misericordia e stiamo vivendo la quaresima in preparazione alla Pasqua: valorizziamo questi giorni per trovare un momento per riconciliarci con Dio.

Facciamo nostra la supplica che Paolo rivolge ai Corinti.

In chiesa c’è un manifesto che riporta giorni e orari della celebrazioni del sacramento della confessione nelle parrocchie vicine.

Per la nostra Comunità c’è scritto che tutti i giorni sono buoni per confessarsi, basta chiederlo. Al di là delle celebrazioni di orario, la riconciliazione sta al primo posto tra gli impegni del parroco.






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