NONA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Corpus Domini, solennità
S. Massimino
Corpus Domini, solennità
S. Massimino
L’Eucaristia realizzata tra aridi campi.
1. È la domenica della Comunità.
Ci si ritrova, come ogni domenica, per celebrare l’eucaristia.
Dopo l’adorazione e la contemplazione di Dio-Trinità, oggi la liturgia ci propone di inginocchiarci
davanti alla presenza sacramentale di Gesù risorto, significato dall’eucaristia.
Gesù ha scelto la condivisione del pane come segno visibile del suo stile di vita.
Ogni volta che partecipiamo alla celebrazione eucaristica abbiamo il dovere di verificare il nostro
modo di vivere con quello di Gesù per vedere se siamo sulle sue orme.
Si dice che la celebrazione eucaristica è insieme sacrificio e comunione.
Raggiungere il fine di una Comunità in Comunione non soltanto presuppone che ci si creda, ma poi
costa sacrificio perché ognuno deve rinunciare a parte di sé per fare spazio e per accogliere l’altro
nella gioia di camminare insieme.
Si può facilmente comprendere che la celebrazione non è il fine della domenica e neanche della vita
del credente, ma è il simbolo di una vita tutta da vivere sull’esempio lasciatoci da Gesù che si è dato
tutto a tutti proprio come si condivide un pezzo di pane.
Parimenti, anche fare la comunione durante la messa è segno con il quale il cristiano manifesta alla
Comunità almeno l’impegno di essere disponibile a vivere in pace con tutti e quindi a rimuovere
ogni ostacolo che rende muto il saluto.
2. Un pensiero dal vangelo.
Il vangelo di oggi ci racconta il miracolo dell’eucaristia reale.
Sì, perché giungere a condividere ciò che costituiva la propria sopravvivenza nel deserto e in aperta
campagna arata dai raggi del sole, è proprio un miracolo di scambievole aiuto e di reciproca fiducia.
Dopo le parole di Gesù, quello che prima era un coacervo di individui vicini fisicamente, ma chiusi
nelle proprie aspettative, diventa una comunità che mette a disposizione la propria bisaccia nascosta
sotto il mantello e, a somiglianza del ragazzo che era stato invitato a “farsi volontario” con i “cinque
pani e i due pesci”, imbocca la strada del regno dei cieli, cioè la strada eucaristica.
Non aveva detto Gesù: se non diventerete come bambini non entrerete nel regno dei cieli?
Il vangelo di oggi ci insegna che il rito viene dopo la realtà della quale è simbolo e criterio di
La realtà della vita quotidiana entra nel rito attraverso l’offertorio durante il quale si chiede al
Signore di qualificare come eucaristici i frutti del lavoro già condivisi.
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