Pereto - Rocca di Botte

venerdì 24 giugno 2016

XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Non per sondare la popolarità, ma per accertare la verità.
 
Le Frasi della Liturgia della Parola

a) Che si dice?

San Paolo ai suoi tempi metteva in guardia i cristiani dal “prurito di novità” : dal voler creare notizie ad ogni costo, cioè dal chiacchiericcio creato e rincorso.

(Quando io so un fatto e so che lo conosci pure tu e ti caccio a parlarne, questo si chiama pettegolezzo).

È vero che c’è il detto: nulla nova, bona nova, ma le Comunità e i sodalizi sono sempre andati alla ricerca di soddisfare e di grattare il prurito: qualche graffio resta sempre!

Di che si parla?

Che dice la gente?

Può sembrare che anche Gesù si sia lasciato solleticare dall’opinione pubblica.

In realtà, sia nel brano del vangelo di oggi, sia in altre circostanze egli chiede per sapere se la gente ha colto nel segno oppure si è lasciata suggestionare dai gesti taumaturgici.

La sua inchiesta non ha lo scopo di manipolare l’opinione pubblica, quanto di accertarsi se abbia colto il vero di sé.

Infatti nella seconda parte del vangelo Gesù accetta la gradualità delle opinioni espresse che colgono aspetti veri, ma non l’essenziale di sé.

Gesù nota che è estranea all’opinione pubblica e a quella degli apostoli l’idea di un Messia

Eppure gli scritti dei profeti venivano proclamati settimanalmente nelle sinagoghe.

Oggi come allora sono pochi coloro che nell’ascoltare la parola di Dio decidono di assumerla come criterio ispiratore dell’agire.

La maggioranza accogliamo la Parola che riusciamo a incasellare nel nostro modo di pensare, quando non la interpretiamo a giustificazione dell’esistente.

Il resto può anche cadere nel vuoto.

Ecco perché Gesù dice: se qualcuno …

Per fortuna non tutti i membri della Comunità assumono oppure lasciano cadere il medesimo messaggio, per cui c’è da sperare che la Comunità, nella varietà delle sue espressioni e componenti colga ed esprima la pienezza del messaggio evangelico.

b) Guarderanno a me, colui che hanno trafitto.

Sotto la croce al discepolo che Gesù amava vengono in mente le parole che il profeta Zaccaria aveva pronunciato circa cinquecento anni prima e che la tradizione aveva mantenuto di attualità nello scorrere del tempo, fino a trovare la persona che avrebbe dato un volto e un nome al “trafitto”( Giov. 19,17 ).

Questo trafitto ha dato origine ad una sorgente zampillante per lavare il peccato e l’impurità sì da rendere degni di formare il tempio vivo di Dio tutti coloro che gli avrebbero volto lo sguardo.

Come il trafitto del profeta Zaccaria dopo secoli è stato identificato col Cristo dalla fede del discepolo sul calvario, così alcuni della schiera immensa di coloro che volgono lo sguardo al Crocefisso, esprimono il volto della santità in questo nostro mondo.

c) Discendenza di Abramo per la fede in Cristo


L’apostolo Paolo, pur essendo della discendenza di Abramo, della tribù di Beniamino, una volta giunto alla fede in Cristo, allarga l’orizzonte della fede dei Padri per affermare che si è discendenti di Abramo attraverso la fede in Cristo che ci affratella al punto tale da sublimare le differenze.

La veste della fraternità è quella che ci è stata data al battesimo.

Una veste che ci identifica quando la portiamo senza macchia: quando, cioè, nelle nostre relazioni ci trattiamo da fratelli, figli dello stesso Padre.

Il Greco, il Giudeo, l’uomo, la donna la persona libera e lo schiavo ( quante forme di schiavitù anche oggi purtroppo!) continueranno ad esserci, ma non sono più presi come criteri per costruire la società delle differenze tra loro antagoniste, perché il credente trova la sintesi nella fede in Cristo


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