Pereto - Rocca di Botte

mercoledì 4 maggio 2016

SECONDA DOMENICA DI PASQUA, in Albis FESTA DELLA DIVINA MISERICORDIA

Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime

“Io sono come san Tommaso!”, si sente dire spesso!
Ebbene, l’apostolo Tommaso si è dimostrato assiduo all’appuntamento domenicale della Comunità anche se a lui il Risorto non era apparso.
Finché è arrivato anche per lui il momento di “percepire” la presenza del Risorto e di professare per primo, tra gli apostoli, la sua fede: Signore mio e Dio mio.
Stiamo attenti!
Quando estrapoliamo spezzoni di frasi o di comportamenti di una persona rischiamo di offrirne un’immagine distorta oppure lo facciamo perché dobbiamo giustificare il nostro modo di vivere.
Con la sua perseveranza Tommaso è riuscito a nutrire di fede i suoi riti religiosi.

P A S Q U A

Ogni domenica è chiamata Pasqua della settimana.
La liturgia, però, dà grande risalto alla prima di queste Pasque settimanali proponendoci di viverla nell’arco di otto giorno.  Oggi, seconda domenica di Pasqua, termina questo ottavario.
È evidente che la fede dei credenti, recepita dalla liturgia, vede la Pasqua come  “la festa”  della comunità cristiana.
Per otto giorni, durante gli incontri di preghiera, abbiamo ripetuto:Questo è il giorno fatto dal Signore: rallegriamoci ed esultiamo.
Un unicum in otto giorni!
Peccato che sono pochi i cristiani che vivono questo clima liturgico. Per la maggior parte la Pasqua è già passata! 
 Perché un così grande rilievo è dato alla Pasqua?
La risposta ce la dà san Paolo: se Cristo non fosse risorto vana sarebbe la nostra fede ( cfr 1 Cor. 15,17 ).
La risurrezione è come la “prova provata” che Gesù di Nazareth non ha mentito quando si è presentato come l’inviato di Dio, il Messia.
Con la risurrezione siamo certi che Dio si è fatto uomo in Gesù: si è incarnato per tracciare in questo mondo segnato dal male, l’unica strada che porta alla vita eterna ed è quella dell’incarnazione o della misericordia.
Il credente deve  percorrere la via dell’incarnazione  avendo la Pasqua come meta.
Se viviamo lo spirito del Natale, cioè dell’incarnazione, potremo sperare di giungere alla  Pasqua. Ecco perché a conclusione delle feste natalizie la liturgia ci fa annunciare la data della Pasqua.
Tra il Natale e la Pasqua c’è la strada dell’incarnazione: quella che ci fa scendere da cavallo e ci fa prendere cura del prossimo stanco e sfiduciato, accasciato lungo i margini della vita sociale. In una parola: i panni dell’incarnazione non sono quelli della festa, ma quelli che ci permettono di “sporcarci le mani” e di impolverarci. Li possiamo chiamare : i panni della misericordia!
Non dobbiamo mai dimenticare che il tempo della fede è scandito dai palpiti dell’incarnazione.
Il Natale diventa criterio di valutazione dei nostri giorni.
La fede in Gesù che è “passato” (= pasqua) da questo mondo al Padre attraverso la strada dell’incarnazione, ci oriente a tracciare il cammino della misericordia e ci incoraggia a percorrerlo.

Proposta
Prendiamo dal libro dell’Esodo 3,7 i verbi che ci mettono in cammino sulle strade della misericordia:
1. Ho osservato la miseria del mio popolo ( avere lo sguardo panoramico per vedere la realtà che ci circonda)
2. Ho udito il suo grido ( metterci in ascolto per com-prendere le difficoltà del prossimo )
3. Conosco le sue sofferenze ( per intervenire con gesti mirati )
4. Sono sceso : ( abbandono il mio ambiente per condividere l’ambiente del prossimo)
a) per liberarlo (questo chiedeva il popolo: uscire da una condizione di schiavitù e questo il Signore Dio compie);
b) per condurlo verso un paese bello e spazioso ( il misericordioso si fa compagno di viaggio; affianca i discepoli di Emmaus per farli uscire dal dubbio e dallo scoraggiamento e portarli alla fede).

La devozione alla “Divina Misericordia”  non può fermarsi alla preghiera e alla contemplazione dell’immagine  di Gesù misericordioso, né a raccontare le apparizioni avute da santa Faustina.
Tutto ciò è buono se ci aiuta a vedere i fratelli che arrancano sul cammino della vita e ci porta ad affiancarli.
<< Camminare insieme >> deve essere il motto di tutti i credenti in Cristo, Volto della Misericordia del Padre.



0 commenti:

Posta un commento