«Io sono il buon pastore – dice Gesù –
conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me,
come il Padre conosce me e io conosco il Padre» (vv. 14-15).
Gesù non parla di una conoscenza intellettiva,
no, ma di una relazione personale,
di predilezione, di tenerezza reciproca,
riflesso della stessa relazione intima
di amore tra Lui e il Padre.
È questo l’atteggiamento attraverso il quale
si realizza un rapporto vivo con Gesù:
lasciarci conoscere da Lui.
Non chiudersi in sé stessi,
aprirsi al Signore, perché Lui mi conosca.
Egli è attento a ciascuno di noi,
conosce in profondità il nostro cuore:
conosce i nostri pregi e i nostri difetti,
i progetti che abbiamo realizzato
e le speranze che sono andate deluse.
Ma ci accetta così come siamo,
anche con i nostri peccati,
per guarirci, per perdonarci, ci guida con amore,
perché possiamo attraversare sentieri
anche impervi senza smarrire la via.
Ci accompagna Lui.
A nostra volta, noi siamo chiamati a conoscere Gesù.
Ciò implica un incontro con Lui,
un incontro che susciti il desiderio di seguirlo
abbandonando gli atteggiamenti autoreferenziali
per incamminarsi su strade nuove,
indicate da Cristo stesso e aperte su vasti orizzonti.
Quando nelle nostre comunità
si raffredda il desiderio di vivere il rapporto con Gesù,
di ascoltare la sua voce e di seguirlo fedelmente,
è inevitabile che prevalgano altri modi di pensare
e di vivere che non sono coerenti col Vangelo.
Maria, la nostra Madre ci aiuti a maturare
una relazione sempre più forte con Gesù.
Aprirci a Gesù, perché entri dentro di noi.
Una relazione più forte: Lui è risorto.
Così possiamo seguirlo per tutta la vita.
In questa Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni
Maria interceda, perché tanti rispondano con generosità
e perseveranza al Signore che chiama
a lasciare tutto per il suo Regno.
Regina Coeli Papa Francesco
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